Il Disordine è uno Stato Mentale

Nel 2022 ho passato mesi ad ascoltare l’audiolibro “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo mentre lavoravo, perché il caos attorno a me era arrivato ad un tale livello che quasi non riuscivo più a produrre.

Non riuscivo a riordinare in modo efficace ed efficiente il mio laboratorio e inondavo di pelle e attrezzi anche la parte di atelier. La Kondo dice di eliminare ogni oggetto che non accenda una scintilla di gioia in te, ma io non riuscivo a percepire quella scintilla di cui parlava, e con la sua scintilla ci avrei, in modo figurato, appiccato un falò con tutto quello che trovavo fuori posto.

Il Mio Disordine

Di fronte al mio tavolo da modellista e da taglio c’è una colonna, credo che sia la parte del laboratorio che ho più sotto gli occhi ed è per questo che ho appeso lì due fogli A4 con scritto in uno una frase di Munari “La semplicità è la complessità risolta” e nell’altro uno sfogo nei miei confronti “il pavimento non è una mensola”.

Perché vi racconto questo? Entrambe le frasi sembrano tautologiche, ma per chi, come me, genera caos possono avere un valore importante. Quando leggo Munari ho la sensazione che le cose possano cambiare e quando leggo la mia sorrido pensando al momento in cui l’ho scritta.

Lo condivido con voi: ero nel vivo delle consegne di inizio 2023 e ad un certo punto non trovando il martello mi sono fermata e ho iniziato a guardare in modo distaccato tutto ciò che avevo intorno. Stavo lavorando in modo scomodissimo su un angolo del mio tavolo, ormai invaso dall’avanzare delle lavorazioni e inciampavo su forme e ritagli di pelle mentre mi spostavo per cercare il martello. Avevo superato il limite: sbattendo una suola al pavimento ho iniziato ad urlare “non è una mensola, Olivia non è una mensola!”. A quel punto ho preso un evidenziatore, perchè ovviamente non sapevo dove fosse la mia penna e ho scritto questa frase: ”il pavimento non è una mensola”.

Da quel momento il pavimento del mio laboratorio è sempre rimasto sufficientemente libero, in modo da evitare incidenti o scleri importanti.

Capire la teoria è relativamente semplice, il difficile sta nel metterla in pratica: Marie Kondo mi aveva spiegato tutto, ma il suo pensiero si basa su di un particolare inquadramento mentale e sulla possibilità di rimanere in quello stato di ordine con costanza.

Riordinavo il laboratorio utilizzando criteri rigorosi e anche un po’ rigidi,ma quando poi mi concentravo sul lavoro (e non più sul mantenimento dell’ordine) tornava tutto come prima.

La celebre frase di Nietzsche “ci vuole un caos dentro di sé per generare una stella danzante” prevede che questa stella possa danzare su un suolo libero, se fossi andata avanti così la mia stella sarebbe stata zoppa!

L’Incontro con Giulia

Passa il tempo e io continuo a combattere contro il disordine e ad ascoltare Marie Kondo.

Poi un giorno, mentre seguivo una diretta su Facebook incontro Giulia Fiumi, una marketing strategist che inizio subito a seguire su Instagram e di cui resto impressionata dal livello di schiettezza, chiarezza e competenza che emergono dai suoi racconti.

Stava per lanciare un percorso di mentoring di gruppo, ma io non ero assolutamente intenzionata ad iscrivermi, mi sembrava che potesse essere l’ennesima cosa che sarebbe potuta cadere sul mio pavimento.

Mi iscrivo però alla newsletter e scopro che avrei potuto usufruire gratuitamente di un concentrato del suo corso per una settimana.

Ogni giorno alle 6 arrivava l’email e io dedicavo un’oretta del mio tempo per esercitarmi. Ovviamente arrivavo prima al lavoro e il tempo per “lavorare sul mio lavoro” si era materializzato in modo naturale.

Finita la settimana avevo due pensieri:

  1. Oddio, ma mi ha già risolto molti dei miei problemi perché dovrei iscrivermi?
  2. Ho la sensazione di aver switchato il mio modo di pensare, ho delle sensazioni, delle intuizioni, che se però rimarranno solo questo non mi porteranno nulla, se non la solita conoscenza della teoria. Ero stata folgorata dalla parte sul mindset e nei giorni seguenti agli esercizi che avevo fatto il mio modo di approcciarmi al lavoro era già cambiato.

 

 

La Mia Esperienza

Stavo viaggiando molto per lavoro, così ho deciso di ascoltare in macchina tutte le sue dirette, i suoi video e qualunque cosa mi potesse far approfondire il grado di competenze di Giulia.

In uno di quei viaggi mi sono fermata in una piazzola di sosta in autostrada e mi sono iscritta.

Tre mesi di lavoro intenso, appagante in cui la teoria che ti insegna Giulia ti rende autosufficiente. Lei, per me, è stata come un genitore severo che, senza peli sulla lingua, ti conduce verso un’indipendenza impagabile.

Ci vuole costanza, ordine e dedizione.

Ho lavorato su di me, migliorato le mie skills lavorative in termini di comunicazione e marketing e ho scoperto il punto di vista giusto per guardare il mio operato con soddisfazione.

E mentre tutto ciò stava accadendo,  ho anche iniziato ad essere molto più ordinata.

Poi un giorno arriva la notizia delle notizie, quella che ti fa capire tutto: Marie Kondo al terzo figlio ammette di non riuscire a mantenere il suo ordine e inizia a parlare di pulizia degli spazi mentali ed emotivi. Questa sua dichiarazione l’ha resa più umana ai miei occhi e da genitore ho capito perfettamente perché non fosse possibile mantenere i suoi standard: pensa che ogni sera faceva pulizia nella sua borsa!  Capendo la sua situazione ho iniziato a capire meglio anche me stessa e per la prima volta ho colto cosa fosse la “scintilla di gioia” a cui lei si riferiva.

 

La Cosa Fondamentale da Sapere

Riordinando il laboratorio seguendo le regole della Kondo, stavo applicando una teoria senza averla fatta mia, senza averla adattata alle mie esigenze e alla persona che sono. Questo era il motivo per cui non poteva restare tutto in ordine dopo aver lavorato.

Per poter gestire lo spazio fuori da te in modo ordinato, devi necessariamente avere tanto ordine anche al tuo interno, comprendere le tue necessità e accettare che se sei disordinata non diventerai mai la Kondo!

Trovare l’ordine nella mia quotidianità  è stato un lavoro a 360 gradi e ogni volta che cerco il martello ed è al suo posto scatta la scintilla di gioia.

 

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